Settimana Santa 2025: non più verso Gerusalemme ma verso Gaza.Riflessione pacata ma senza ipocrisia.
Mi permetto da cittadino repubblicano e da prete cristiano di dissentire allorquando, in sede di "comoda" analisi e confronti sulla questione palestine si invoca l a complessità della situazione.
Ma essa complessità, se invocata, deve essere invocata sin dall'inizio della questione palestinese e da quell'inizio ad oggi e domani ... Al di là della legittimità politica e giuridica dello stato di Israele che, recentemente, è stato dall'attuale governo, definito in modalità costituzionale come lo stato degli ebrei, è chiaro che si è in presenza da sempre di una colonizzazione forzata ed illegale di territori. mai giuridicamente assegnati allo stato degli ebrei e in presenza di un'aggressione militare nei territori della presenza e della diaspora palestinese con la finalità di azzerarne l'esistenza. In questo ambito il governo di Israele/la quasi totalità dei governi di Israele è definibile come progettualità di neocolonialismo totale e di annientamento dell'esistenza dell'altro. E qui faccio riferimento al Fronte di Liberazione Nazionale dell'Algeria contro l'occupazione coloniale francese. E la Francia riteneva l'Algeria come parte del suo territorio e della sua sovranità. Allora tutti definivano terroristi i componenti del FLN ma in realtà erano patrioti(nel senso illuministico e nobilmente giacobino del vocabolo e non in sede svilito e svilente per come viene oggi condiviso dalle destre europee tutte) ed indipendentisti. Con un minimo di realpolitik è ovvio che le guerre di liberazione nazionale si combattono armi in pugno e sabotaggi compresi. Il diritto alla resistenza è presente nel diritto internazionale ed anche in diverse teologie cristiane. Non ho alcuna simpatia per Hamas ma sempre realisticamente (e tenendo conto anche che qualche opposizione ad Hamas in ambito palestinese sta sorgendo) quando la casa brucia non guardo mai il colore della divisa del pompiere. Hamas, fino ad oggi, di fatto (poco importa se ne abbia il diritto) ha assunto la rappresentanza politica e militare del popolo occupato, al pari del FLN algerino ed anche al pari di tutte le resistenze al neo colonialismo e alle occupazioni da parte di stati stranieri. L'attuale governo israeliano non sta reagendo al 7 Ottobre (è ormai chiaro che in funzione anti ANP il governo israeliano ha pure finanziato Hamas per anni ed anni ) ma dal 7 ottobre ha costruito, con la benedizione degli USA a prescindere dai presidenti, un progetto di annientamento e di azzeramento del popolo palestinese. Tale progetto non è definibile come massacro ma ben di più come genocidio e pulizia etnica. Per evitare equivoci scrivo che nel mio DNA scorre per la matrilinea della mia mamma il DNA del popolo della Torah e dei Profeti e che teologicamente mi penso come giudeo-cristiano/gesuano . Ma non posso permettermi, di fronte al genocidio e alla pulizia etnica , di chiosare anche Hamas.. rischierei l'indifferentismo contro il quale in ogni ambito occorre sempre urlare. E' guerra e non c'è altra soluzione. In questa guerra di liberazione nazionale uno deve vincere e l'altro soccombere. Non c'è mediazione e bene ha fatto a suo tempo,alla Messa di Narale, il cardinal Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, a presiedere l'Eucarestia indossando non la mitria ma la kefiah palestinese.
In questa guerra di liberazione nazionale uno deve vincere e l'altro soccombere. Non c'è mediazione ... La stessa proposta di due popoli due stati con la quale e nella quale l'Occidente dei mercati e dei mercanti si crogiola beato, è menzognera, fasulla ed ipocrita. I mercati e i mercanti sanno bene che è una proposta impossibile e la cartina di tornasole per riscontrare tale impossibilità sta nell'ipotesi dell'attuale presidente USA di fare di Gaza una terra per ricchi e padroni mandando via, anzi deportando i palestinesi.
E la stessa ingenua ma nobile speranza di uno stato unico e magari federale o confederale per israeliani e palestinesi alla fine corre il rischio serio di svuotare l'indipendenza della Palestina e la restituzione dei territori ad essa illegalmente rubati dai coloni violenti, elettori della destra e dell'estrema destra israeliana.
Senza ipocrisia: il prossimo bambino /la prossima bambina che nasce in Palestina e si riesce a salvare dai missili israeliani sa già chi è il suo oppressore e l'occupante della sua terra. Ed è giusto che lo sappia ed è onesto che si prepari a combatterlo.
E' una guerra di liberazione nazionale: uno deve vincere e l'altro deve soccombere. Tertium non datur.
E questo epilogo inevitabile va affermato in ogni dove.
Commenti
Posta un commento